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Tutto quello che devi sapere sullo Scambio sul Posto

Quando si realizza un impianto fotovoltaico residenziale, un aspetto determinante è la possibilità offerta agli utenti di dare valore all’energia autoprodotta che non viene consumata istantaneamente. A meno di utilizzare sistemi di stoccaggio come batterie o accumulatori, infatti, l’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici è immediatamente disponibile solo nelle ore di irraggiamento solare. A seconda delle dimensioni dell’impianto, durante il giorno può quindi essere prodotta più energia di quella effettivamente necessaria, mentre di sera e di notte l’autoproduzione di energia scende a zero.
Esistono però meccanismi pensati per gestire i flussi di energia tra utenti/produttori e rete elettrica. I due principalmente utilizzati in Italia sono lo Scambio sul Posto (SSP) e il Ritiro Dedicato (RID): sono alternativi (non possono essere attivati contemporaneamente) ed entrambi comportano vantaggi per i proprietari degli impianti, ma sono sostanzialmente diversi.

 

Come funziona lo Scambio sul Posto?

Lo Scambio sul Posto è un servizio erogato dal GSE che permette di compensare l’energia prodotta e immessa in rete in un determinato momento (tipicamente nelle ore diurne, per un impianto fotovoltaico) con quella prelevata in momenti diversi (ad esempio, di notte). Con questo sistema, l’energia prodotta in eccesso, anziché venire stoccata localmente per il futuro consumo, viene trasferita alla rete che si comporta quindi come un sistema di accumulo virtuale dal quale altri utenti possono prelevare energia. In base alla quantità di energia immessa in rete e prelevata, ogni produttore/utente riceve una compensazione dal GSE sotto forma di rimborso.
In un impianto fotovoltaico l’energia prodotta dai pannelli passa attraverso un inverter che trasforma la corrente da continua ad alternata e poi in un contatore di produzione per poter essere utilizzata immediatamente o accumulata nelle batterie, se disponibili. Con lo Scambio sul Posto entra in gioco un ulteriore elemento, il contatore di scambio. Si tratta di un apparecchio che si interfaccia con la rete elettrica e misura la quantità di energia immessa e prelevata. Attraverso una formula che prende il nome di Conto Scambio e si basa sui consumi annuali, il GSE elabora il valore dei rimborsi da erogare, che tengono conto anche delle eventuali eccedenze che si verificano quando il valore economico dell’energia immessa in rete è maggiore del valore di quella prelevata.

In sostanza, i vantaggi dello Scambio sul Posto in termini economici si compongono di:

  • Risparmi in bolletta derivanti dall’energia prodotta e consumata;
  • Contributo Scambio sul posto;
  • Eventuali eccedenze.

 

Quanto paga il GSE per lo scambio sul posto?

Il GSE eroga i compensi ogni 6 mesi (15 giugno e 15 ottobre) con il contributo di acconto, mentre entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello di riferimento viene versato il contributo di conguaglio. Non è semplice quantificare esattamente la tariffa erogata dal GSE per l’energia immessa in rete dall'impianto fotovoltaico, ma in media si attesta tra 0,10 e 0,16 € a kWh.

 

Chi può accedere allo Scambio sul Posto?                    

Alla base dello Scambio sul Posto c’è un contratto di stipula. Dura 1 anno solare (scade quindi il 31 dicembre di ogni anno), è tacitamente rinnovabile, ma il produttore può recedere in qualunque momento inviando comunicazione al GSE almeno 60 giorni prima della data in cui di desidera terminare l’accordo.
Tuttavia, possono accedere a questa misura solo 2 categorie di soggetti:

  • I clienti finali che fanno parte di un Altro Sistema Semplice di Produzione e Consumo (ASSPC) e che sono anche produttori di energia elettrica negli impianti di produzione che costituiscono ASSPC. La potenza generata dagli ASSPC non deve essere superiore ai 500 kW.
  • I clienti finali che sono titolari di un insieme di punti di prelievo e immissione e che producono energia in impianti di cui questi punti fanno parte. 

Chi ha beneficiato del Superbonus 110% non può accedere allo Scambio sul Posto.

La procedura di accesso allo Scambio sul Posto dipende dalle caratteristiche dell’impianto. Nel caso di impianto per i quali si sia seguito l’iter semplificato, è possibile attivare lo Scambio sul Posto attraverso il Modello Unico e l’intera procedura è gestita tra produttore e GSE. Nel caso di impianti realizzati con iter ordinario si segue la procedura standard presentando la domanda sul portale del GSE entro 60 giorni dalla data prevista di attivazione dell’impianto.

Il meccanismo di incentivazione dello Scambio sul Posto avrebbe dovuto concludersi entro il 31/12/2023 ma, in assenza dei decreti attuativi, la misura si intende tacitamente rinnovata a tutto il 2o24. Tuttavia, in prospettiva questo meccanismo verrà abbandonato in favore di un utilizzo più estensivo del Ritiro Dedicato.

 

È prevista una fine per gli incentivi di Scambio sul posto?

Come ormai noto, lo Scambio sul Posto è destinato a sparire. L'incentivo è stato confermato per tutto il 2024, periodo durante il quale quindi rimarrà attivo, ma (al netto di ulteriori sorprese) a partire dal 2025 sarà abolito e lascerà spazio ad altre forme di incentivazione come il Ritiro Dedicato e altre agevolazioni per le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER).

 

Quali sono le principali differenze tra Scambio sul Posto e Ritiro Dedicato?

Scambio sul Posto e Ritiro Dedicato sono entrambi strumenti gestiti dal GSE. Mentre il primo è un meccanismo di compensazione tra energia ceduta alla rete e consumata, il secondo prevede un sistema di vendita “puro”.

Entrambi offrono vantaggi ai produttori, con alcune differenze.

  • Lo Scambio sul Posto è particolarmente indicato per i piccoli impianti residenziali e in particolare modo in quei casi dove la quantità di energia immessa e prelevata dalla rete e simile: quando si immette più energia di quanta si preleva si riceve banche un compenso per l’eccedenza. Può essere richiesto per impianti fino ai 500 kW e rappresenta anche una valida alternativa agli impianti dotati di sistemi di accumulo. Tuttavia, questo regime verrà terminato con tutta probabilità al termine del 2024.
  • Ad oggi il Ritiro Dedicato è più conveniente nel caso di impianto di dimensioni maggiori, dove c’è una grande produzione di energia e un autoconsumo limitato, se non addirittura nullo. Questa soluzione è particolarmente indicata per chi ha costruito il proprio impianto con l’aiuto di incentivi, perché è possibile cumulare i vantaggi dei bonus con quelli dell’acquisto effettivo di energia. Ricordiamo però che chi ha beneficiato del Superbonus 110% non può accedere allo Scambio sul Posto.